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La Torino del 1814 è una città elegante, colta. Splendidi palazzi si affacciano su viali alberati, percorsi da carrozze finemente decorate con a bordo dame con veli di pizzo e guanti bianchi. Nobili e borghesi in redingote si ritrovano nei caffè del centro per sorseggiare un bicerin e discutere di economia e politica. Sotto gli eleganti portici di via Po era possibile incontrare il conte di Cavour, tessitore della futura Unità d’Italia, passeggiare accanto a Massimo d’Azeglio o ascoltare le loro conversazioni negli storici caffè Florio e Madera, quest’ultimo celebre per essere abbonato a piu’ di cento giornali.


Poco distante,i quartieri di Borgo Dora, Vanchiglia e Moschino : la popolazione vive ammassata in condizioni precarie: case umide, vie buie e maleodoranti , case sovraffollate, prive di adeguate norme igieniche. In un contesto di estrema povertà e violenza urbana, in cui neanche la polizia ha il coraggio di entrare, si diffondono delinquenza, prostituzione e sfruttamento. Si tratta in gran parte di persone che affollano i centri urbani fuggendo dalla miseria delle campagne, dall’estero o dagli stati italiani limitrofi, confidando in lavori precari o sovvenzioni dalle nascenti organizzazioni di carità.


Mentre si inginocchia nel corso di una processione del Santissimo Sacramento, nell’ottava di Pasqua, la religiosissima Marchesa Juliette di Falletti nata Colbert de Maulevrier, intercetta urla rabbiose di donne provenienti dalle grate del carcere del Senato, che chiedono cibo.
“Non il viatico vorrei, ma la minestra”
La Marchesa chiese di entrare nel carcere. Vide donne lacere, infreddolite, ferite nel corpo e nell’anima accalcate in celle fetide.
FU L’INIZIO DI UNA RIVOLUZIONE
Giulia, moglie felice del marchese Tancredi Falletti di Barolo, non torno’ piu’ indietro e scelse di dedicare la sua vita alle donne che la società aveva abbandonato: criminali, ladre, prostitute, infanticide. “Traviate”, si diceva allora. Le chiamava “le mie figlie”.
E’ l’inizio di un’opera concreta e sofisticata che porterà alla costruzione di nuove carceri, istituti di supporto per le giovanissime abusate, scuole interne, progetti di recupero e reinserimento……..

Conosciamola in un tour semplicemente AFFASCINANTE che ci porta nel mondo di Giulia Falletti di Barolo, dagli sfarzi del Palazzo che vide l’amore con il suo Tancredi, ai luoghi dedicati alle sue donne, con ingressi “speciali” come sempre, e molto commoventi.
Le visite interne sono fatte fra le stanze private di Palazzo Barolo e Cottolengo che si raggiunge in bus
Breve tratto esterno adiacente Palazzo Barolo a piedi
Fattibile da chiunque - non si corre
Si, il piano nobile di Palazzo Barolo si raggiunge con scalinata