I rumori del passato, si levano dalle viuzze del borgo: il suono del martello sull’incudine nella bottega del fabbro ferraio, la musica giocosa dell’acqua presso la Ruota del Mulino, o l’urlo dei boscaioli: “e la vita” con la sua risposta che non c’è pericolo “campa”, ti insegna il suo duro lavoro.

Nel salottino femminile, le sarte, le ricamatrici, le filatrici che con le mani leggere ed esperte facevano scorrere scorrere i fili crando lavori di infinita bellezza. E come dimenticare i piu’ piccoli, gli “ultimi” nati  di quelle belle e contente, anche se povere, famiglie numerose. I piccoli che inciampavano nei vestiti  non di misura, a volte corti a volte larghi e con cento rattoppi, perché passati da fratelli a sorelle per tante volte.

Sono ricordi ravvicinati per i nostri genitori e tanti nonni che hanno li hanno vissuti come realtà, agli inizi del secolo scorso, in una vita che seppure tanto dura per alcuni versi, aveva il potere forte di tenere unita la Famiglia,  e conosceva e insegnava il valore dell’accontentarsi e darsi una mano.